Estate 2015

Lo senti l’odore del mare? Il vento furioso che trasporta sale e acqua e sabbia nell’aria? Lo senti l’odore pungente della salsedine attaccarsi alla pelle, inumidirla? Gli scogli sono neri, inospitali, masse rocciose che affondano nel mare agitato, percossi dalle onde, dalla schiuma bianca e fumosa, dolorosi sotto le tue scarpe. Le alghe sono morte, una seconda pelle verdastra sugli scogli, odorano di fondale e correnti marine. E nel cielo ci sono solo i gabbiani che lottano contro il vento, gridano, fendono l’aria, una macchia bianca sopra di me, incessante.

Lo avverti l’odore del mare? Respira.

E dopo posi lo sguardo sul trabucco, su un ammasso di pezzi di legno strappati al mare, all’entroterra, incastrati e legati insieme da fili, chiodi arrugginiti. La vernice scura è scrostata, la salsedine l’ha inghiottita e destinata al mare, agli scogli. Le reti da pesca ondeggiano sotto il trabucco, sfiorano l’acqua, la lambiscono, sbattono contro l’aria salata e il legno che affonda nel mare. Quanti uomini avranno utilizzato questa costruzione per pescare, l’unica via ospitale per accedere ad un mare profondo e circondato da scogli sprezzanti. Il trabucco, prolungamento umano della terra sul mare. Un sogno e una risorsa per queste coste del Gargano.

Lo senti l’odore del mare?

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