Quanto è bello mangiare i carciofi alla Sagra di Sant’Erasmo

La premessa necessaria è che DEVONO piacerti i carciofi. Se no, aspettare due ore e mezzo per poterli mangiare potrebbe sembrare un’eresia.

*Inizio Momento Super Quark*

La seconda premessa è che il Carciofo violetto di Sant’Erasmo è un Presidio Slow Food e un Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano fatto riconoscere dalla Regione Veneto, quindi stiamo parlando di una Celebrity fra le verdure. Questi carciofi in particolare si iniziano a raccogliere a  fine aprile e si chiamano “castraure” (ovvero: “il frutto apicale della pianta di carciofo che viene tagliato per primo in modo da permettere lo sviluppo di altri 18-20 carciofi laterali (botoli) altrettanto teneri e gustosi”). Quindi esiste un Consorzio e numerose ricette a tema. E questa sagra ovviamente.

*Fine Momento Super Quark*

Facendo un passo indietro…la giornata inizia nel migliore dei modi, il sole brilla nel cielo e i pantaloni neri indossati per l’occasione sembrano già fuori luogo appena esco di casa quindi decido di affrontare la giornata afosa in stile filosofico. Appuntamento con gli altri in Piazzale Roma e in partenza definitiva per l’agognata meta verso le ore 10. Prendiamo il primo vaporetto in direzione di Fondamenta Nove.

sagra di sant'erasmo radici di mandorle

Viaggio per Sant’Erasmo (Elaborazione di Google Maps)

Arrivati lì ci attende il secondo viaggio in vaporetto con la Linea 13, insieme ad altre decine di persone che evidentemente avevano avuto la stessa nostra idea (“figurati chi la conosce la sagra di Sant’Erasmo”…appunto). Il primo vaporetto è preso d’assalto e decidiamo di lasciarlo partire con la promessa da parte del marinaio dell’ACTV (la compagnia che gestisce il trasporto pubblico a Venezia) che ne sarebbe arrivato un altro “a breve”. Quel “a breve” ci aveva rincuorato l’anima e potevamo pertanto ignorare il caldo, i turisti che continuavano a chiedere se il vaporetto andasse al Lido e le lamentele degli anziani che volevano sedersi da qualche parte. Dopo 20 minuti arriva il vaporetto 13 e riusciamo a salire con grande gioia e soddisfazione. Dopo un tragitto di mezz’ora molto piacevole arriviamo infine all’isola di Sant’Erasmo.

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Viaggio per Sant’Erasmo (Elaborazione di Google Maps)

L’isola si presenta come una “realtà alternativa” se confrontata con Venezia e nonostante facciano parte della stessa laguna, sembra di essere sbarcati su un altro mondo. Arrivati alla fermata “Capannone”, inizia una splendida passeggiata immersi nel verde, costeggiando la campagna coltivata, gli stretti canali di irrigazione e le case che suscitano in fondo un po’ di invidia, se non per l’architettura quanto per il paesaggio che le circonda.

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Sant’Erasmo

Ma a noi oggi interessano solo i carciofi e ci dirigiamo con passo di marcia (sono in fondo le ore 12 e un quarto) verso la Torre Massimiliana, dove è stata allestita la sagra.  La Torre è una fortezza ottocentesca ed era parte di un complesso militare più ampio (Forte di Sant’Erasmo o Forte Massimiliano), costruito su delle fortificazioni preesistenti, da parte dei Francesi (1811-1814) e in seguito ampliata dagli Austriaci (1843-1844). Dopo la Seconda Guerra Mondiale è rimasta in stato di abbandono fino agli anni Novanta, quando il Comune ha deciso di acquistarla. Chissà se decenni anni fa i soldati che ci hanno combattuto, avrebbero potuto immaginare che ci saremmo nascosti all’ombra delle sue mura per mangiare in compagnia tutti insieme.

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Sagra di Sant’Erasmo

Il primo passo obbligatorio appena arrivati è stato subito di capire dove si potesse prenotare e acquistare il pranzo a base di carciofi (così come promesso sulle locandine); ignoriamo gli stand con la verdura fresca della Coldiretti (vergogna!) per dirigerci verso lo stand “Cassa” (facilmente individuabile dalle decine di persone in fila!). Dopo pochi minuti di dibattito su quale menù fosse meglio acquistare, prevale con tutta evidenza la c.d. “fame”, e acquistiamo tutti quello “completo” (18€): un mix di due primi e un secondo. Otteniamo il nostro numeretto, 17E, e ci dirigiamo baldanzosi e affamati (gli odori nell’aria sono inebrianti) verso lo stand dove cucinano e consegnano gli agognati vassoi con il cibo…ma sorpresa: stanno servendo il numero 46C. In evidente stato confusionale (sarà il caldo, la fame, chissà), non comprendiamo subito la “gravità” della situazione: forse la numerazione arriva fino al numero 50 e poi si procede con l’altra lettera, forse sono molto veloci con le evasioni degli ordini, ecc. No, alla fine capiamo che la numerazione è fino al numero 100 e quindi davanti a noi ci sono circa 160 ordini.

Avevamo già pagato quindi dovevamo necessariamente aspettare. Nell’attesa abbiamo fatto ciò che si fa in situazioni simili: abbiamo acquistato dell’alcool.

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Prosecco di Sant’Erasmo

Vendutoci come “novità” (sarà) alla modica cifra di 12€ (10€ se lo volevamo a temperatura ambiente, una bestemmia insomma), questo prosecco di Sant’Erasmo era comunque molto buono. Da lì è iniziata un’attesa di oltre 2 ore: ci siamo appartati in un angolo sopra il fossato di fronte alla Torre Massimiliana e abbiamo cercato di distrarci senza pensare al cibo. Impresa difficile data dalle allegre famiglie che nel frattempo mangiavano tarallucci accanto a noi e dai bambini che assaporavano con gusto le loro patatine fritte (parentesi seria: ma perché un “menù per bambini” deve essere necessariamente a base di cibo poco salutare come patatine fritte e wurstel?).

Alla fine, verso le 2 e mezza è arrivato il nostro turno per ritirare il cibo! Nel frattempo come avvoltoi avevamo trovato una panca dove sistemarci per mangiare e avevamo acquistato due bottiglie di vino bianco per accompagnare il pranzo. Con immensa gioia ci siamo fiondati sui nostri piatti: il mix di primi erano dei sedanini con crema di carciofi e una lasagna con i carciofi; il secondo era un’ottima frittura di pesce con contorno di carciofi lessi e una polentina bianca arrostita.Tutto ottimo.

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Pranzo Sagra di Sant’Erasmo

Finalmente rifocillati, abbiamo lasciato l’avamposto della sagra per fare una passeggiata vicino al mare (in realtà eravamo in cerca di un tiramisù gigante che avevamo visto mangiare ad una signora).

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Passeggiata in riva al mare Sant’Erasmo

Lungo la spiaggia è possibile percorrere infatti una lunga passerella naturale molto piacevole; noi siamo arrivati a circa un quarto del percorso per poi ritornare sulle strade interne dell’isola ma credo sia possibile continuare per molti metri (sarà un prossimo itinerario da scoprire in futuro).

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Passeggiata per Sant’Erasmo (Elaborazione di Google Maps)

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Passeggiata per Sant’Erasmo

Alla fine un po’ stanchi e storditi dal sole (si incominciavano già a vedere i segni delle bruciature in viso e sulle braccia), siamo arrivati dall’altro lato della laguna e ci siamo diretti alla Fermata “Chiesa”, da dove abbiamo preso il vaporetto per tornare a Venezia. Era la prima volta che vedevo questo lato dell’isola e mi ha incuriosito perché è un paesaggio molto diverso da quello veneziano e forse saranno state le montagne sullo sfondo (evento raro dato dalla pioggia del giorno prima che aveva sgombrato il cielo), ma sembrava di essere in Croazia.

In ogni caso abbiamo passato una piacevole giornata, fra carciofi agognati e campi fioriti.

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Sant’Erasmo