La mia esperienza personale come Group Leader per i viaggi studio

da Ott 4, 2015Racconti di viaggio, Europa, Consigli utili0 commenti

Avete mai fatto una vacanza studio quando eravate adolescenti? E se per la prossima stagione estiva decideste di essere un/una Group Leader che porti i ragazzi in Inghilterra/Irlanda/ecc.?

Perché dovreste fare un lavoro simile?

i want you group leader

I want you, Group Leader

Ecco le 5 domande principali che dovreste porvi prima di inviare un curriculum vitae ad un tour operator/agenzia che svolge questi servizi!

❀ 1 ❀

Avete bisogno di soldi?

Rihanna e i suoi tappeti di dollari

Smettete subito di scrivere al computer e non firmate quel Curriculum Vitae! Non è un lavoro per guadagnare. Se vi va bene, riuscirete a salvare qualche centinaio di euro ma dipende anche da dove verrete inviati. Io ho lavorato, all’inizio, a Loughborough in un campus immerso nel nulla marziano quindi, anche se avessi voluto, non avrei saputo dove spendere i miei soldi. Per due settimane, infatti, le mie uniche spese sono stati i beveroni di Starbucks (per il caffè, mi dispiace, il mio essere un “cittadino globale” si azzera: datemi un espresso!!!). Lavorando a Dublino ho avuto maggiori spese ovviamente, ma se doveste finire a Londra immagino che spendereste ancora di più. Inoltre non fatevi un conto di quanto verrete pagati all’ora perché vi porterebbe solo ad iscrivervi a un corso di autostima: la paga è minima, sopratutto tenendo conto di quanto lavorerete ogni giorno. Cioè tutto il giorno. E la notte (se vi va male).

❀ 2 ❀

Volete arricchire il vostro curriculum?

Sicuramente imparerete a gestire un gruppo di persone (molto giovani!) quindi acquisterete capacità a vari livelli, dalla gestione dell’ansia alle doti organizzative, dal problem solving all’individuazione dei problemi prima ancora che si possano manifestare. Insomma, da questi punti di vista sicuramente è importante come lavoro. Se voleste continuare in questo campo e “fare carriera”, potreste divenire un campus manager o un campus manager assistant.

❀ 3 ❀

Volete migliorare le vostre lingue?

Potrete migliorare la lingua solo se farete amicizia con altri Group Leader stranieri o gli Activity Leader (che sono spesso autoctoni). Infatti, tendenzialmente i campus sono composti principalmente dal 70-80% di italiani quindi le occasioni per parlare in inglese con i colleghi sono minime. In linea generale però spetterà a voi, decidere quanto e quando parlare in lingua. Per esempio la compagnia per la quale ho lavorato, richiedeva che parlassimo in inglese anche ai nostri ragazzi.

❀ 4 ❀

Vi piace lavorare con in ragazzi?

Appunto.

I ragazzi devono piacervi se no è meglio che lasciate perdere completamente questo lavoro. Siamo tutti passati da quell’età e penso ricordiate com’era avere i brufoli, paranoie infinite, ormoni impazziti e mille problemi che ci sembravano montagne dell’Himalaya da scalare. Bisogna avere molta pazienza, empatia e quella giusta dose di pazzia per poterci interagire davvero. Se riuscirete a creavi un piccolo spazio nel vostro gruppo, a farvi rispettare sopratutto, vedrete che andrà tutto bene.

❀ 5 ❀

Volete viaggiare completamente “spesati”?

(c) http://www.bridgitkasperski.com

Indubbiamente è un modo di viaggiare abbastanza economico se ci pensate. Il viaggio in aereo non è a carico vostro (ma il trasporto per l’aeroporto sì!) e soggiornerete in modalità “pensione completa”. Per quanto mi riguarda il livello delle mense in entrambe le mie esperienze è stato tutto sommato buono e non posso lamentarmi (ma dopo i tre mesi di mensa americana a Yellowstone penso di potermi adattare davvero a qualsiasi cosa). Detto ciò, se avete già visto i posti dove si svolgeranno le gite (normalmente i weekend), potreste un po’ annoiarvi. E dipende anche quanto vorrete stare dietro ai ragazzi, perché non scordatevi che lavorerete e dovrete avere sempre una soglia dell’attenzione molto alta (soprattutto se lavorerete con ragazzi sotto i 15 anni).

Ma in concreto che cosa mi ha insegnato questa esperienza lavorativa? 

E’ stato strano sin da subito perché avevo un ricordo abbastanza lucido della mia esperienza di vacanza studio (eh sì, 10 anni passati in un soffio!) e ritrovarsi, d’un tratto, dall’altro “lato della barricata” è stato disorientante.

(c) http://www.sportpark.org.uk/

Il primo gruppo (che ho portato a Loughborough) era composto principalmente da ragazzini (l’età media era di 14-15 anni) e sin da subito mi sono sentita “adulta”, perché loro (giustamente) mi vedevano come una Group Leader a tutti gli effetti. I problemi più evidenti sono stati di tipo “disciplinare” perché molti di loro (i ragazzini maschi soprattutto) assumevano dei comportamenti ancora infantili.

(c) http://collegetribune.ie/

Con  il secondo gruppo (a Dublino), invece, dove i ragazzi erano molto più grandi (17 – 18 anni), non avevo una differenza d’età così marcata e questo ha portato all’instaurarsi di un rapporto diverso, più confidenziale e intimo. Forse anche troppo e in alcuni casi ho dovuto rimarcare che “rappresentavo” l’autorità e non un’amica!

In linea generale non ho avuto problemi perché ho avuto dei “bravi ragazzi” e tutti si sono comportarti, chi più chi meno, bene. Ad alcuni mi sono anche affezionata e mi è sinceramente dispiaciuto doverli lasciare. E poi a volte arrivavano anche le soddisfazioni e se incontri dei ragazzi simpatici, diventa anche più piacevole passare il tempo con loro.

Non ho dormito molto per tutto il periodo perché la stanchezza di questo lavoro è tipo mentale più che fisico. Passavo tutto il tempo, anche la notte, con il pensiero rivolto ai ragazzi: “staranno facendo cavolate?”, “speriamo non facciano rumore”, “speriamo non si facciano male”, ecc.  Ho capito che cosa significhi davvero avere la responsabilità di altre persone ricadere su me stessa. Impari a non essere mai davvero tranquillo al 100%. Immagino che l’esperienza aiuti molto: è come avere un secondo figlio, sai già come comportarti e come affrontare le inevitabili ansie.

group leader vacanze studio inghilterra irlanda

Serata “scambio dei sessi”, Loughborogh 2015

Io sono stata fortunata perché ho incontrato anche delle colleghe di lavoro fantastiche e siamo riuscite a ritagliarci dei momenti esilaranti per divertirci anche noi. Sopratutto quando c’erano le “serate discoteca” e potevamo osservare i ragazzi all’opera e fra short jeans microscopici, camice stropicciate, break dance improvvisate, trucco pesante e primi ancheggiamenti, potevamo rilassarci anche noi (e ridere un pochino, come delle vecchie zitelle). Con musica “tamarra” compresa (tipo questa che mi ha inseguito per tutto il mese di luglio lavorativo):

Penso che l’importante sia avere sempre un atteggiamento positivo e sopratutto apprezzare ogni esperienza che ci è data di vivere, perché a volte anche quella più insignificante o apparentemente vuota, può darci spunti su cui riflettere.

Insomma…è il lavoro che fa per voi?

Se voleste maggiori informazioni sulla compagnia con cui ho lavorato (che non cito perché non sono pagata per fare pubblicità a nessuno, sopratutto a chi non mi piace) o altri pareri, questa è l’email alla quale contattarmi: radicidimandorle@gmail.com.

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